Non saprei proprio da dove iniziare. Sembra ieri che varcai per la prima volta il cancello dell’Ispettoria ma in realtà è già trascorso un anno senza rendermene conto, senza realizzare che questa esperienza meravigliosa, seppur stancante per vari motivi, è ormai giunta al termine. E proprio in conclusione di essa, mi è stato chiesto di redigere un articolo per esprimere i miei punti di vista sul “come”, da estraneo poiché non conoscevo la Congregazione dei Salesiani, ho vissuto questa esperienza all’interno della grande Famiglia Salesiana.
Era dicembre quando lessi su internet che erano aperti i bandi di SCN con Garanzia Giovani, e non avendo possibilità di svolgere servizio nel mio paesino, Troina, decisi di rivolgere lo sguardo ai paesi limitrofi tra cui anche Catania. E fu proprio tra gli innumerevoli progetti catanesi che trovai quello adatto alle mie aspettative: Giovani in Rete – Educazione, Animazione e Promozione culturale verso giovani. Ne ero certo, era il progetto che stavo cercando. Decisi allora di fare domanda senza però illudermi troppo del fatto che mi avrebbero selezionato: i posti disponibili solo 3 e le domande circa 60; considerato anche che non ero del luogo e che non conoscevo l’ente presso il quale presentavo domanda, le mie possibilità di svolgere servizio per il progetto scelto erano nulle o poco meno.
Feci comunque il colloquio e fui positivamente sorpreso dalla cordialità e gentilezza dei selezionatori, Letizia e Don Luigi. Dopo qualche settimana dal colloquio conoscitivo vengo nuovamente ricontattato per un ulteriore colloquio con colui che poi sarebbe diventato il tutor, il referente nonché amico di questa mia esperienza di SCN: Don Domenico. La prima volta che vidi Don Domenico Luvarà, in una fredda mattina di Gennaio, non mi sarei mai aspettato di trovarmi davanti un prete così giovane, così cordiale e allegro come lui; questo dovuto al semplice fatto che nell’arco della mia vita, almeno fino a quel giorno, avevo conosciuto consacrati e consacrate autoritari, persone poco socievoli con le quali è inevitabile non avvertire una certa sensazione di distanza. Don Domenico mi spiegò che il fine di quel colloquio era conoscermi maggiormente perché sarei potuto essere tra quelli “papabili”. Il giorno dopo escono le graduatorie e il mio nome era tra i tre volontari selezionati.
Fin dal primo giorno che entrai in Ispettoria avvertii subito l’armonia, la serenità di quel luogo, insieme a un gran senso di responsabilità, impegno e voglia di fare. Premettendo che non conoscevo i Salesiani, non nego che l’inizio non fu proprio tutto rose e fiori: non sapevo chi fosse Don Bosco, cosa significassero le innumerevoli sigle di cui tanto i Salesiani vanno pazzi, MGS, PGS, PG, ISI, ecc…, e cosa più importante non conoscevo le persone con le quali avrei collaborato. Tutto ciò non mi impedii comunque di entrare a far parte di questo mondo, e conoscere i Salesiani fino in fondo. Un giorno una persona mi ha chiesto come mi stessi trovando a svolgere servizio presso i Salesiani, ed io risposi: “Con i Salesiani ho riscoperto il lato buono della chiesa”. So che è sbagliato dire o pensare questo, dacché tutti gli ordini religiosi sono ispirati dallo Spirito Santo, ma prestando servizio in Ispettoria è successo proprio questo: ho cambiato il modo di osservare le cose, mi sono reso conto che non bisogna generalizzare tutto, che il bene esiste e basta solo cercarlo o trovarlo nel posto giusto. Il Servizio Civile con i Salesiani è stata un’esperienza fantastica che porterò sempre con me: non sono un ipocrita quindi non dirò che questo anno di SCN mi ha aiutato a scegliere la mia strada futura, perché non è così; sicuramente mi ha cambiato dentro, mi ha reso più maturo nelle scelte, nel modo di affrontare le difficolta e a relazionarmi alla vita in generale.
È stato un anno meraviglioso all’insegna del divertimento, del lavoro condiviso, del gioco di squadra, durante il quale ho appreso molto da tutte le persone che hanno condiviso con me emozioni, situazioni, confidenze e soprattutto lavoro, lavoro piacevole ma responsabile. E sono proprio queste persone che voglio ringraziare singolarmente: a Letizia, la prima persona che ho incontrato durante questo percorso e dalla quale ho appresso che la semplicità, la generosità e la passione per tutto ciò che si fa, sono elementi imprescindibili per dare il meglio di se stessi; alle mie colleghe dell’ufficio accanto, Maria Rita e Taisia, con le quali ho stretto un’amicizia che spero non resti circoscritta strettamente a quest’anno trascorso insieme, e che ringrazio per avermi fatto sentire a mio agio, per essersi rese disponibili in ogni momento e per aver condiviso con me tutto ciò che c’era da condividere; a suor Assunta, donna fantastica che spero rimanga ancora a lungo responsabile della PG, senza di lei e le sue consorelle, non avrei mai scoperto l’altro lato dei Salesiani, le FMA; a miei colleghi Bruno, Alessia, Enrico e Eduardo, che purtroppo ho conosciuto poco per via dei diversi orari di lavoro, ma che ringrazio per la loro solarità, gentilezza e condivisione nelle piccole cose; all’ispettore don Pippo Ruta, persona straordinaria che nella sua umiltà e bontà, è riuscito a trasmettermi il valore dell’accoglienza, senza il quale forse non avrei affrontato questa esperienza allo stesso modo; Liborio e Dony, che ringrazio soprattutto per avermi catapultato, anche se per poco, fuori dall’ufficio e dalla “scartoffie” di ogni giorno ma soprattutto, scherzi a parte, per la loro sincera fiducia, “non dovuta”, per una persona che neanche conoscevano; don Luigi, da cui ho imparato che bisogna guardare oltre le apparenze, che un prete può essere sia colui che amministra la messa ma anche il tuo migliore amico, colui che ti confessa ma anche la persona con cui puoi cantare con la chitarra “Zombie”, durante una fresca giornata estiva, colui che sa scherzare ma anche rimproverare se necessita. E per finire, non posso non ringraziare lui, don Domenico: la sua gioia, la sua disponibilità, il suo carisma mi hanno permesso di vivere questa esperienza a 360 gradi. Da lui ho imparato che se le persone ti danno fiducia darai il meglio di te, e io spero di averlo dato; ho appreso che l’amore disinteressato esiste, bisogna solo credere fermamente in qualcosa; ho capito il significato profondo di amore e passione, caratteristiche che non sono mai mancate sul suo volto in questi 10 mesi di servizio reso.
Ho conosciuto un sacco di persone durante le attività svolte, campo animatori, meeting, incontri giovanili, briefing formativi e tanto altro ancora, a tutte queste persone, ai confratelli e ai dipendenti dell’Ispettoria, che magari un giorno leggeranno questo articolo, voglio ringraziarli per non aver giudicato o criticato, per non avermi fatto sentire “l’estraneo” della situazione anzi al contrario, per essersi resi disposti a insegnarmi ciò che andava appreso. Sto per finire questo anno di servizio civile con la consapevolezza, che quel giorno di Dicembre 2014 ho fatto la scelta giusta nell’optare per questo progetto di SCN, le mie aspettative sono state soddisfatte a pieno e analogamente, spero di non aver deluso quelle di coloro che mi hanno scelto per collaborare, fianco a fianco, durante quest’anno.
Quindi cosa dire a tutti coloro che leggeranno l’articolo e magari stanno pensando di fare un’esperienza di SCN? Non perdete questa opportunità: cercate su internet il progetto più adatto a voi, scaricate la domanda e inviatela: non vi pentirete affatto di quello che farete. Ricordatevi però di inserire il valore aggiunto: i Salesiani!
Il volontario, Vito Paraspola